Manifestazione commemorativa pubblica del 2 dicembre 2012 a Bienne (BE) per il 20° anniversario del NO allo SEE/UE del 6 dicembre 1992
- Fanno stato sia la versione orale, sia quella scritta. L‟oratore si riserva di scostarsi anche sensibilmente dal documento scritto - La via della Svizzera nel futuro di Christoph Blocher, consigliere nazionale, vicepresidente UDC Svizzera,
La via nel futuro: né un‟aperta né una dissimulata adesione
Come il Consiglio federale vuole condurre la Svizzera nell‟UE
Liebe Schweizerinnen und Schweizer Chers amis de la Suisse romande
Cari amici della Svizzera italiana Cari confederati
Amici fidati, cari compatrioti Compagne e compagni d‟armi
Oggi – in questa invernale domenica pomeriggio – vogliamo ricordare con gratitudine che 20 anni fa – il 6 dicembre 1992 – popolo e cantoni svizzeri si sono opposti all’adesione della Svizzera allo Spazio economico europeo (SEE) e, di conseguenza, all’adesione all’Unione europea. E ciò con una
partecipazione alle urne da record, ossia il 78,7%! Un’impressionante prova della fiducia in sé stessa della Svizzera!
Nel 1992 il popolo svizzero ha deciso saggiamente. Oggi i benefìci di questa
saggia decisione del 6 dicembre 1992 sono tangibili: la libertà e il benessere si sono – detto con tutta la prudenza del caso - in ogni caso sviluppati meglio in Svizzera che nell’UE. Mentre che lì la situazione finanziaria disastrosa, degli Stati in bancarotta e un alto tasso di disoccupazione sono
all‟ordine del giorno, centinaia di migliaia di Europei affluiscono da allora in Svizzera, perché qui trovano lavoro e migliori condizioni di vita! La costruzione intellettualmente sbagliata dell‟UE è tangibile e percettibile quotidianamente.
Ciò porta a invidia, malevolenza, tentativi di pressione e ricatti nei confronti del nostro paese. Manifestazione commemorativa pubblica del 2 dicembre 2012 a Bienne (BE) per il 20° anniversario del NO allo SEE/UE del 6 dicembre 1992
Molti concittadini osservano tuttavia con grande preoccupazione con quale mancanza di orientamento, di concetti e di guida i responsabili nel proprio paese affrontano tali tentativi di pressione e ricatti. „Dove sono le persone eminenti che, con coraggio e indipendenza, indicano la via della Svizzera nel futuro?” Bisogna cercarli con il lanternino!!
Quasi ogni giorno i cittadini constatano che i responsabili – invece di difendere le conquiste della Svizzera – si prostrano prontamente servili. L’unico esercizio del programma di ginnastica mattutina dei nostri consiglieri e consigliere federali consiste ormai solo nei “piegamenti”. Hayek und Ochsenbein
Qui siamo sulla Piazza Nicolas Hayek. Questa piazza ci ricorda lo spirito
imprenditoriale di Hayek (1928 – 2010), che proprio in questa regione di Bienne
ridiede fama mondiale all‟industria orologiera sulla via del declino. Poiché Hayek disponeva di un autentico e lungimirante atteggiamento
imprenditoriale, nonché di temperamento e passione per la piazza produttiva Svizzera, apparteneva a quella categoria di imprenditori che s‟impegnano per
una Svizzera autonoma ma aperta al mondo, e quindi contro l’incorporazione della Svizzera in organizzazioni internazionali come lo SEE e l’UE. Tali imprenditori ci vogliono per portare la Svizzera sulla via del futuro. Altrettanto vogliamo ricordare – Signore e Signori - un altro uomo di questa
regione: si tratta di Ulrich Ochsenbein (1811 – 1890), che visse nella vicina Nidau e che si può definire il creatore della Svizzera moderna.
Ochsenbein si impegnò autosacrificandosi contro i nemici interni ed esterni. A lui dobbiamo la Costituzione federale del 1848. Egli fu eletto nel primo Consiglio
federale, ma fu tuttavia subdolamente destituito dopo breve tempo.
Poiché allora i generali francesi avevano già mobilitato le proprie truppe alla frontiera svizzera, al fine di impedire l‟allestimento della liberale e
democratica Costituzione federale della Svizzera, fu Ulrich Ochsenbein che andò da loro a spiegare la volontà di libertà dei Confederati. E costoro ritirarono le loro truppe. Non si piegò ai tentativi di pressione dall’esterno. No, vi si oppose. Signore e Signori, dove sono gli Ochsenbein nella Berna federale?
Grazie alla lungimirante Costituzione federale del 1848, fondata sui princìpi della sovranità, della libertà, della democrazia, della neutralità e del federalismo, si crearono i presupposti affinché la Svizzera diventasse uno degli Stati più benestanti del mondo. E così, come tramite la nuova Costituzione federale del 1848 la Svizzera fu portata, dall’asilo dei poveri d’Europa che era, sulla strada del successo, il 6 dicembre del 1992 gli Svizzeri evitarono che la Svizzera tornasse ad essere l’asilo dei poveri dell’Europa. Perché il popolo svizzero nel 1992 – come Ochsenbein nel 1848 – ha deciso a favore della sovranità, della libertà, della democrazia, della neutralità e del federalismo. Manifestazione commemorativa pubblica del 2 dicembre 2012 a Bienne (BE) per il 20° anniversario del NO allo SEE/UE del 6 dicembre 1992
Con la loro decisione, nel 1992 gli Svizzeri hanno anteposto la prosperità e il benessere del nostro paese alla vanagloriosa incorporazione dell’Unione europea. In questo giorno di commemorazione è giusto ringraziare i cittadini svizzeri in II. La via nel futuro: né un’aperta né una dissimulata adesione all’UE
Signore e Signori, cosa ci porteranno i prossimi 100 anni, non ci è dato di
saperlo. Ciò che invece sappiamo è che i destini futuri non saranno mai in mano soltanto a noi.
Ma una cosa è sicura: la via che, direttamente o attraverso un cammino tortuoso, conduce nell’UE, non è quella che porterà la Svizzera a dominare il proprio futuro. III. Come il Consiglio federale vuole condurre la Svizzera nell’UE.
L‟UE – spinta dall‟invidia e dalla malevolenza e incoraggiata in questo dai politici
servili di Berna – esercita pressioni e assume nei confronti della Svizzera un atteggiamento sempre più impudente.
Essa pretende così che la Svizzera si impegni , per ogni accordo bilaterale, a riprendere non solo il diritto UE esistente, bensì anche quello futuro e la giurisdizione europea. Da ambedue le parti si mormora di “legami istituzionali” e di “ripresa della giurisdizione UE”. In altre parole,
si pretende di nuovo nient‟altro che uno SEE, che il popolo ha già espressamente respinto. Di nuovo si tratta di integrare la Svizzera nell’UE. E cosa fa il
nostro governo contro questo? Chi si aspettava da Berna un deciso NO, NEIN, NON si sente ingannato: il governo si piega di nuovo. E così. Il 15 giugno 2012, la presidente della Confederazione ha scritto un’ossequiosa lettera1 - dapprima tenuta segreta -all’Unione europea, nella quale promette una “sorta di contratto SEE” e infine un’adesione all’UE – con riferimento alla richiesta d’adesione all’UE. IV. Niente di nuovo sotto il sole La Svizzera si trova così nella stessa pericolosa situazione in cui si trovava nel 1992. Sotto un “innocuo” accordo bilaterale – sicuramente gli si
troverà un bel nome di copertura come, per esempio, “Accordo sull‟elettricità”, “Accordo sull‟energia”, “Accordo su prestazioni di servizio”, “Accordo quadro”, o
simili - il diritto UE esistente e futuro dovrebbe essere accettato, come pure dei giudici stranieri. Come già nel 1992, anche questi trattati devono essere visti nel quadro di una strategia europea, che ha quale obiettivo la totale adesione della Svizzera all’UE.
1 Questa lettera è scaricabile in lingua francese e nella traduzione (non ufficiale) in tedesco e italiano dal link
Manifestazione commemorativa pubblica del 2 dicembre 2012 a Bienne (BE) per il 20° anniversario del NO allo SEE/UE del 6 dicembre 1992
Anche se in Consiglio federale non ci si stanca di negarlo. (Quando si tratta dell’UE, nella Berna federale più nessuno arrossisce raccontando menzogne!). E, Signore e Signori, come già nel 1992, ci sono anche oggi dei furbacchioni che
dicono: “Contro un‟adesione all‟UE lo sono anch‟io, ma una sorta di SEE – perché no?“
Signore e Signori, chi parla così non conosce né lo SEE, né l’UE, né la Svizzera. Verosimilmente nessuna delle tre. Oppure gioca con carte truccate e
non vuole ammettere di voler aderire all‟UE.
Si sottace che un contratto SEE obbligherebbe la Svizzera a riprendere circa
l‟80% delle attuali e future leggi dell‟UE, ossia leggi che l‟UE ha emanato a suo vantaggio – e non a beneficio deklla Svizzera – e che emetterà in futuro.
E i cittadini svizzeri – in Svizzera il legislatore supremo – non potrebbero più cambiare questo diritto imposto coercitivamente dall‟UE. Perché varrà la
regola che il diritto UE ha la supremazia su quello svizzero. Una potenza straniera – l‟UE, appunto – decide tramite lo SEE cosa conta in
Svizzera. Esattamente come una volta gli Inglesi in India, gli Olandesi a Batavia, i Belgi in Congo e i Portoghesi in Mozambico facevano ai tempi delle colonie.
L’UE quale reggente coloniale della Svizzera! Questo, secondo il volere del governo svizzero, dovrebbe essere nuovamente preteso dal nostro Ciò non dovrà mai succedere!
Naturalmente, già nel 1992 il Consiglio federale sapeva che un tale contratto
coloniale è indegno di un popolo libero. Per questo dichiarava anche logicamente e consapevolmente che lo SEE non rappresentava una condizione dignitosa per la
Svizzera. Il Consiglio federale lo vedeva soltanto quale stazione intermedia e primo stadio dell’adesione all’UE.
Il consigliere federale Delamuraz diceva allora: „L‟espace économique européenne (EEE) est le premier étage de la maison de l‟Europe.» Dei consiglieri
federali più sportivi – come Adolf Ogi –- che sulla catena montuosa a Macolin
amavano camminare un po„ più a sinistra di me, preferivano parlare dello SEE quale "Campo d'allenamento per l'adesione all'UE"
Nell‟allora messaggio al Parlamento, che ancora oggi vale la pena di leggere, si
diceva letteralmente: "La nostra partecipazione allo SEE non può più essere considerata la nostra ultima parola nella nostra politica d’integrazione. Essa è da vedere nel quadro di una strategia europea, che deve avvenire in due fasi, avendo come obiettivo finale la totale adesione della Svizzera all’UE. La nostra partecipazione allo SEE oggi costituisce perciò una tappa che ci porta più vicino all’adesione.”2
2 Messaggio del Consiglio federale al Parlamento per l‟approvazione dell‟accordo sullo Spazio economico europeo del 18.5.1992.
Manifestazione commemorativa pubblica del 2 dicembre 2012 a Bienne (BE) per il 20° anniversario del NO allo SEE/UE del 6 dicembre 1992
Era perciò coerente che il Consiglio federale inoltrasse il 20 maggio 1992 la domanda d’adesione all’UE a Bruxelles, dove giace tuttora – nonostante il NO
del sovrano – e non è mai stata ritirata. I funzionari di Bruxelles, ogni qualvolta passano davanti alla scatola contenente
gli atti fra cui la domanda d‟adesione svizzera canticchiano sommessamente: “Zitti, zitti, zitti, la richiestina vuole dormire!”
Signore e Signori, niente quindi di nuovo sot5to il sole! La Svizzera ufficiale cammina di nuovo sulla stessa via del 1992.
La “politica europea” tracciata ufficialmente dalla Berna federale significa la distruzione del successo economico del nostro paese. Per questo popolo e cantoni dissero già nel 1992: NO!
La tanto decantata “apertura all‟Europa” porterebbe concretamente alla Svizzera: – ancora più leggi (e per di più emanate dai futuri colonizzatori dell‟UE)
– ancora più funzionari – ancora più burocrazia
– meno democrazia – perdita di diritti popolari
– maggiori tasse e prelievi – salari più bassi
– redditi più bassi – più disoccupati
– perdita del franco svizzero – tassi ipotecari più alti
in breve: il crollo del benessere svizzero.
V. Cosa fare?
Così – Signore e Signori – come nel 1992, in un prossimo futuro i cittadini dovranno di nuovo agire. Il cittadino votante dovrà di nuovo intervenire contro la politica antisvizzera e distruttiva del benessere, opera della “classe politique”, andando presto di nuovo alle urne per respingere questa
pazzia e decidere a favore della Svizzera.
Si tratterà ancora una volta di impedire l’adesione all’UE che la “classe politique” continua imperterrita a perseguire. Come sempre, l’80% delle nostre cittadine e dei nostri cittadini non nell’UE. Purtroppo, Consiglio federale nell’amministrazione federale il rapporto è esattamente inverso. E poiché i trattati con condizioni istituzionali hanno valenza di adesione all‟UE, essi devono essere sottopsti a referenduum obbligatorio. Manifestazione commemorativa pubblica del 2 dicembre 2012 a Bienne (BE) per il 20° anniversario del NO allo SEE/UE del 6 dicembre 1992
Qualora il Parlamento, contro la Costituzione, si rifiutasse di farlo, lo si dovrà ottenere con la forza mediante referendum.
Solo con un deciso NO all’adesione all’UE può essere evitata l’enorme perdita del modello di successo sviluppato durante secoli, che si chiama Svizzera. VI. 200 anni fa la battaglia della Beresina. 200 anni fa dei soldati svizzeri combatterono alla Beresina sotto il dominio straniero dei Francesi. Anche allora questo dominio straniero avvenne naturalmente con grandi promesse umanistiche di libertà, uguaglianza e fraternità. I padroni stranieri promettevano tutto ciò mentre contemporaneamente stavano prelevando iul tesooro di Stato da Berna. Anche così il dominio francese obbligò nel 1812 la Svizzera a partecipare alla
Durante la ritirata, il 28/29 novembre 1812, questi difesero eroicamente il ponte
costruito dai pontonieri sulla Beresina dagli attacchi dei Russi, perdendovi la vita. Appena 300 Svizzeri risposero all‟appello dopo la battaglia.
Vedete dunque cosa succede quando una potenza straniera decide sulla Svizzera.
VII. Conclusione Svizzere e Svizzeri, rimanete vigili! Sia verso l’interno, sia verso l’esterno. Come nel 1315 si disse “Fate attenzione al Morgarten” oppure come, con riferimento al 1812, dobbiamo gridare: “Fate attenzione al dominio straniero”, oggi vale: Fate attenzione a quella costruzione sbagliata che è l’UE!”. E in modo particolare: “Fate attenzione alle vie sbagliate imboccate dalla Berna federale in politica estera”. Se stiamo in guardia, dovremo sottostare solo alle leggi del Supremo. “Aiutati che Dio ti aiuta”.3
La via autonoma è e rimane la grande opportunità della Svizzera. Apertura al mondo attraverso la salvaguardia della fiducia in sé stessi, questa è la via del futuro per la Svizzera. Signore e Signori! La sera prima della battaglia della Beresina, il primo tenente glaronese Thomas Legler intonò durante la traversata del fiume il canto
“Nachtreise” (Viaggio notturno). Che questo canto della Beresina ci rimanga in memoria.4
4 Il testo del Canto della Beresina è uno stralcio della poesia in 10 strofe „Il viaggio notturno“ di Ludwig Gisekes (1756-1832). Versione italiana di Riccardo Venturi. Melodia di Johann Immanuel Müller (1774-1839)
Manifestazione commemorativa pubblica del 2 dicembre 2012 a Bienne (BE) per il 20° anniversario del NO allo SEE/UE del 6 dicembre 1992
Cantiamo perciò il Canto della Beresina in conclusione di questa celebrazione –
quale sorta di monumento alla memoria degli Svizzeri laggiù caduti.
Non lasciatevi scoraggiare. Noi siamo uniti!
Vi ringrazio. Canto della Beresina La nostra vita è come il viaggio di un viandante nella notte; ognuno ha sul suo cammino calan la notte e l’oscurità, e l’oppresso allor ritrova Coraggio, coraggio, cari fratelli, cessate le paurose angosce; domani sorgerà ancora il sole Ed allora andiamo avanti; non ritiratevi scoraggiati!
AIR POLLUTION IN DENSE, LOW-INCOME SETTLEMENTS IN SOUTH AFRICA A Friedl1, D Holm2, J John3, G Kornelius4,C J Pauw5, R Oosthuizen6 and A S van Niekerk7 Abstract This research is carried out on behalf of the Royal Danish Embassy as partof the Urban Environmental Management Programme in cooperation with theSouth African Department of Environmental Affairs and Tourism. In the callfor proposa
Double Edge in Actos del Habla exhibition Museo de Arte. Universidad Nacional de Colombia In De Doble filo [Double-Edged] we come once again face to face with performatory language at work. Performatory language – as stated already – is a constant concern in Clemencia’s work. The language that appeals to her is one that is not useful for telling, for narrating, for describing, for th